PERCORSO DIDATTICO-ESPOSITIVO
Un giro del mondo in quattro tappe
La mostra qui allestita espone al pubblico circa 100
strumenti. Gli strumenti provenienti da quattro continenti, la maggior parte
dall’Africa, ma molti anche dall’America Latina, dall’Asia
e dall’Oceania, sono tutti originali e sono stati raccolti e catalogati
dal COE (Centro di Orientamento Educativo) di Milano. L’esposizione
è stata strutturata a cerchio ed è divisa in 4 tappe, quante
sono appunto le tipologie di strumenti:
1atappa] AEROFONI (strumenti che producono il suono tramite
il passaggio regolato di una colonna d’aria in vibrazione: corni, fischietti,
ance, flauti, siringhe, oboi, ocarine, trombe, didjeridoo; nonché gli
aerofoni a vento, come le campane a vento)
2atappa] IDIOFONI (che producono suono mediante la vibrazione
del proprio corpo. Gli idiofoni a loro volta si dividono in idiofoni a scuotimento
come sonagli di vario genere, maracas, etc.; idrofoni a sfregamento o a pizzico:
il guiro e la sanza; idiofoni a percussione: tamburi a fessura, gong, balafon)
3atappa] MEMBRANOFONI (che producono il suono mediante
la vibrazione di una o più membrane in tensione: tamburi di vario genere,
tamburelli etc.)
4atappa] CORDOFONI (che producono suono mediante la vibrazione
di una o più corde tese o mediante pizzico: monocordo, arpa, salterio,
kora, liuto, ud, charango, ukulele, banjo, shamisen, tanpura, sitar etc.,
oppure mediante sfregamento con un archetto di vario materiale: rabab, morin
khuur, berimbau, violino etc.)
La visita guidata comincia partendo dalla estremità
destra dell’entrata e proseguendo circolarmente, secondo la direzione
dei passi segnati sul pavimento. Data la fragilità di alcuni strumenti
sarebbe consigliabile che i visitatori non si accalcassero troppo vicino agli
stands espositivi; la guida può quindi invitare i visitatori a non
oltrepassare la linea descritta dalle orme raffigurate sul pavimento. In questo
modo sarà anche possibile a tutti vedere gli strumenti che la guida
indicherà.
Niambè
All’entrata della sala è posta la sagoma
del personaggio di Niambè, che è il simbolo stesso della mostra.
La guida dovrà conoscere la storia di Niambè (vedi allegato)
e del suo strumento, la sanza. La visita potrebbe iniziare anche facendo notare
ai bambini la raffigurazione di Niambè di cui probabilmente avranno
già sentito parlare durante l’accoglienza. Niambè è
il nostro compagno di viaggio.
L’albero
Al centro della sala è posto un albero e attorno
ad esso è disposto un insieme variegato di strumenti (appartenenti
a tutte e quattro le categorie). Il legno costituisce il materiale principale
per la fabbricazione degli strumenti: bambù, eucalyptus, acero, abete
e tante altre sono le varietà di legno con cui sono stati costruiti
la maggior parte degli strumenti della mostra. L’albero rimanda inoltre
al costume africano di ‘fare musica’ attorno all’albero
di baobab; è qui, infatti, che il griot, il cantastorie, raccoglie
la gente del villaggio e trasmette la sapienza popolare a ritmo di canto e
danza. Secondo una tradizione africana gli stessi griot, quando muoiono, vengono
seppelliti ai piedi di un baobab.
I personaggi incontrati durante il viaggio
Lungo il percorso della mostra sono presenti alcune sagome
dipinte. In genere si tratta di figure che danzano o suonano. Il tipo di strumenti
presentati nelle immagini corrisponde grosso modo a quello della tappa corrispondente.
Così all’inizio (negli aerofoni) troviamo il fachiro con l’oboe
indiano, poi la danzatrice con le nacchere e i sonagli (negli idrofoni), quindi
il suonatore di tamburi (nei membranofoni), infine il suonatore di kora (nei
cordofoni). L’immagine delle danzatrici in catene rievoca la condizione
di schiavitù a cui tanta gente dell’Africa è stata costretta
nei secoli passati (e in forme diverse ancora oggi); in questa condizione
la musica e la danza hanno avuto un ruolo liberatorio e di forte spinta emotiva.
Le immagini che accompagnano la mostra possono essere ben utilizzate dalla
guida, a seconda delle sue esigenze. Molto utile ad esempio è quella
in cui è rappresentato il suonatore di kora: si vede bene qui in quale
posizione e in che modo debba essere suonato lo strumento. Così come
anche la due danzatrici possono aiutare la guida a sottolineare lo stretto
legame tra musica e danza in tutte le tradizioni culturali del sud del mondo.
Iniziando il nostro cammino…
E’ evidente che la guida dovrà adattare
il suo percorso a seconda dell’età dei visitatori. Così
se ai ragazzi delle scuole superiori, in parte abituati alle classificazioni
e al linguaggio tecnico, si potrà proporre fin dall’inizio l’organizzazione
della mostra nelle quattro categorie di strumenti, lo stesso non potrà
farsi con i bambini delle elementari. Sarà opportuno, allora, iniziare
il proprio percorso con una storia che richiami la loro attenzione, oppure
con una domanda. Ad esempio si può chiedere: “Chi mi sa dire
qual è lo strumento più perfetto che ci sia?” oppure “Chi
mi sa dire come è nato il primo strumento musicale?”. Con entrambe
le domande si focalizza l’attenzione dei piccoli visitatori sulla natura,
che, oltre ad essere lo strumento più perfetto (si pensi al canto degli
uccelli o alle capacità della voce umana), ha anche costituito il modello
di base ad imitazione del quale sono nati molti degli strumenti musicali.
Così l’uomo imita il suono del vento tra le piante o attraverso
fessure e strettoie dando vita a strumenti aerofoni come i fischietti. O ancora,
imitando il rumore prodotto dal movimento dei ciottoli spinti dall’acqua
di un fiume, l’uomo dà vita a strumenti come gli idiofoni. Sarà
utile far notare, a questo proposito, come i primi e più semplici strumenti
non siano altro che elementi tratti dalla natura: la conchiglia e il corno
(negli aerofoni), la mascella d’asino e la carruba (negli idiofoni).
La natura ha poi fornito all’uomo tutti i materiali necessari alla produzione
degli strumenti: dal legno, ai semi, alla pelle, alle corde fatte di interiora,
alle zucche vuote o i gusci di tartaruga usati come casse armoniche. Non è
un caso che gli strumenti siano spesso decorati con la forma di animali. Nei
miti di origine degli strumenti, la nascita di uno strumento è spesso
legata al sacrificio di un animale. In parte è come se nello strumento
l’animale continuasse a vivere e trasmettesse la sua energia vitale
non solo allo strumento ma al suonatore stesso.
Strada facendo…
La guida proseguirà il percorso individuando nelle
singole categorie alcuni strumenti particolarmente rappresentativi e spiegandoli
in modo più dettagliato. Si potranno dare indicazioni sulla tecnica
di fabbricazione, sul suono, sulle modalità della produzione del suono,
sulla funzione e l’uso di un dato strumento (vedi allegato con schede
sugli strumenti). Si potrà far notare come da una forma semplice gli
strumenti si siano sviluppati in forme sempre più complesse ed elaborate,
anche sotto il profilo artistico (che non va trascurato). Tuttavia la maggiore
complessità non è di per se stessa sinonimo di superiore bellezza
del suono. Il suono acquista valore e significato indipendentemente dalla
complessità dello strumento. E’ quindi opportuno sottolineare
come lo strumento musicale sia parte di quel tutto che è l’esperienza
musicale completa fatta non solo di suoni, ma anche di danza e di canto. Tale
esperienza si serve del suono e dello strumento come di un medium in grado
di trasmettere contenuti profondi della tradizione, o ancora di produrre stati
mistici di invasamento, di effettuare terapie guaritrici, di contrassegnare
in modo efficacissimo feste e cerimonie fondamentali per la vita di un popolo
e di una determinata civiltà (a questo proposito vedi allegato di approfondimenti
e il power point per le guide). Naturalmente nella fase di illustrazione dello
strumento la guida potrà prendere con delicatezza lo strumento, qualora
esso sia esterno alla struttura espositiva e non legato alle griglie. Se possibile,
sempre con molta delicatezza, si potrà far sentire ai visitatori il
suono dello strumento, che, come insegna la cultura africana, è la
voce e l’anima dello strumento stesso. Se non sarà possibile
far ascoltare il suono, la guida dovrebbe almeno cercare di descriverlo.
Come nasce e si diffonde uno strumento musicale
Durante il percorso si potrà far notare ai visitatori
come da un lato in culture e tradizioni diverse si utilizzino strumenti sostanzialmente
simili (si pensi al tipo di strumento che nell’America Latina è
noto come maracas, ma che è diffusissimo anche in Africa e in Asia,
o al tamburo, il re degli strumenti, diffuso in tantissime culture di tutto
il mondo), e come dall’altro gli strumenti possano essere trasmessi
da una cultura ad un’altra. E’ il caso dell’ud arabo, che
giunto in Europa nel XII secolo ha dato vita al liuto (il nome deriverebbe
appunto da al oud), il quale a sua volta portato dagli europei in America
ha dato vita al charango (nell’ America meridionale) e al banjo (nell’America
settentrionale).
Pensando ai nostri strumenti…
Nel corso del viaggio tra gli strumenti, di sicuro,
capiterà di confrontare gli strumenti esposti con gli strumenti noti
all’immaginario dei visitatori; come ad esempio non confrontare il balafon
con il nostro xilofono? Il confronto è utile, perché anche i
nostri strumenti hanno una lunga tradizione tecnica, artistica e culturale.
Tale confronto può anche essere suggerito dalla guida al fine di stimolare
una comprensione globale del mondo degli strumenti musicali. Naturalmente
il fatto che, a prima vista, i nostri strumenti si presentino tecnicamente
più elaborati, non porta alcuna implicazione su quella che è
la qualità e la funzione sociale e culturale del suono. Non esistono
strumenti “più sviluppati” o “meno sviluppati”,
ogni strumento ha nel suono che produce, diverso da qualsiasi altro, la propria
identità. Gli strumenti, come i popoli e le culture che li hanno prodotti,
hanno tutti diritto ad esprimere la propria voce che è unica e irripetibile.
La bellezza è appunto nell’armonia dei suoni, nelle combinazioni
sorprendenti, nelle mescolanze ricche e feconde. Questo l’hanno ben
capito gli artisti e musicisti che da almeno trent’anni a questa parte
sperimentano l’uso congiunto di strumenti appartenenti a culture diverse,
mescolando magari percussioni africane, ritmi latini e suoni jazz. La musica
più di tutto si presta a diventare un linguaggio mondiale, nel quale,
prima che in ogni altro campo della nostra civiltà, il dialogo, l’incontro
o anche il confronto tra tradizioni e mondi differenti è avvenuto ed
avviene senza attriti ed eccessive resistenze, in modo a volte entusiastico
ed entusiasmante.
Giunti alla fine del viaggio
Una volta terminato il percorso espositivo la guida ringrazierà
i visitatori e li inviterà a provare (sempre senza accalcarsi) gli
strumenti che sono messi a disposizione del pubblico a destra dell’entrata.
Sperimentare direttamente lo strumento è un elemento importante della
mostra, tutto questo deve avvenire però sotto il controllo attento
di chi vigila. Naturalmente se i visitatori potranno prendere parte al laboratorio
di costruzione musicale in un momento successivo al percorso guidato, sarà
opportuno che nel percorso guidato si faccia menzione degli strumenti che
verranno poi costruiti (maracas, bastone della pioggia, sonagli, etc.), in
modo che i visitatori abbiano un’idea di ciò che andranno a costruire.
Terminato il momento di sperimentazione pratica degli strumenti i visitatori
verranno invitati a proseguire il loro viaggio in uno dei tanti laboratori.
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