Il pomodoro San Marzano è conosciuto ed
apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche, che vengono
esaltate dalla trasformazione in “pelato”. La presenza di una serie di
fattori concomitanti quali: il clima mediterraneo e il suolo
estremamente fertile e di ottima struttura, l’abilità e l’esperienza
acquisita dagli agricoltori dell’area di produzione nel corso dei
decenni, ha contribuito al suo successo nel mondo, coronato, nel 1996,
dal riconoscimento dell’Unione Europea come D.O.P.
Le caratteristiche
Le caratteristiche intrinseche che hanno esaltato il
prodotto, favorendone così la sua conoscenza e il suo consumo sono:
sapore tipicamente agrodolce, forma allungata della bacca con
depressioni longitudinali parallele, colore rosso vivo, scarsa presenza
di semi e di fibre placentari, buccia di colore rosso vivo e di facile
pelabilità. Queste, insieme alle caratteristiche chimico-fisiche, lo
rendono inconfondibile, sia allo stato fresco che trasformato.
La Dop
La denominazione di origine
protetta designa esclusivamente il prodotto “pelato” (alla UE è in
istruttoria la proposta del Consorzio di tutela di ammettere nel
disciplinare, oltre al “pelato intero” anche la tipologia “pelato a
filetti”), proveniente dalla lavorazione dei frutti appartenenti all’ecotipo
San Marzano o a linee migliorate di esso.
La Tecnica colturale
La tecnica colturale del prodotto
fresco prevede l’allevamento di tipo verticale delle piante con l’uso di
sostegni, rispettando così la tradizione secolare, anche se, per
l’elevato numero di ore di manodopera richieste, tale tecnica incide
fortemente sui costi di produzione.
Cenni storici
Il pomodoro, come è noto, è
originario dell'America Centrale. In Europa è giunto nel '600,
inizialmente nella sola Spagna, dove gli fu dato un mero valore
ornamentale. Il valore alimentare di questa coltura fu scoperto solo
successivamente, secondo alcuni non prima del XVIII secolo, quando venne
diffuso nei diversi paesi del Mediterraneo.
Secondo alcune testimonianze della tradizione
orale si dice che il primo seme di pomodoro sia giunto in Italia intorno
al 1770, come dono del Regno del Perù al Regno di Napoli e che sarebbe
stato piantato proprio nella zona che corrisponde al comune di San
Marzano.
Delizia dei buongustai, profumo delle
domeniche e delle feste comandate, scandite dal rosso sugo che copriva
il bianco della pasta di Gragnano e di Torre Annunziata, il San Marzano
assunse grande apprezzamento dal punto di vista gastronomico verso
l’inizio del ‘900, quando sorsero le prime industrie di conservazione,
ad opera di Francesco Cirio, che producevano il famoso “pelato” da
salsa.
Negli anni Ottanta la coltura ha subito una
drastica riduzione, sia in termini di superfici che di produzione, per
motivi fitosanitari ma anche economici (con riferimento soprattutto
all’onerosa tecnica colturale), ma l'azione di recupero, di
conservazione delle linee genetiche pure e di miglioramento avviata
dalla Regione Campania e oggi consolidata dal Consorzio di tutela, ne ha
consentito la salvaguardia e il suo rilancio su base internazionale.
Infatti, il pomodoro S. Marzano DOP sta
assistendo ad una nuova stagione di rinascita e oggi viene richiesto non
solo in Europa e in America, ma anche in altri continenti, dove va
espandendosi grazie anche al crescente successo della “dieta
mediterranea”.
Area di produzione
Il “Pomodoro San Marzano dell’Agro
Sarnese-Nocerino” DOP si coltiva nell'Agro Sarnese-nocerino, in
provincia di Salerno, nell'Acerrano-nolano e nell’area
Pompeiana-stabiese, in provincia di Napoli e nel Montorese, in provincia
di Avellino, per un totale di 41 comuni (alcuni solo parzialmente).
Dati economici e produttivi
L'area
di potenziale coltivazione del San Marzano si estende su oltre 16.000
ettari, anche se il prodotto destinato alla DOP, nel 2004, ha riguardato
un totale di 102 ettari impegnando 228 aziende agricole, con una
produzione di fresco di oltre 61.000 quintali destinati alla
trasformazione in pelato. Nello stesso anno è stata certificata una
produzione trasformata pari a 39.100 quintali di pelati (per un totale
di oltre 6.170.000 pezzi), realizzata da 12 conservifici ubicati
nell’area DOP.
L'industria dei "pelati" è sempre stata vanto della Campania grazie alla
notevole presenza, soprattutto nel territorio dell'Agro
Sarnese-Nocerino, del pomodoro tipico locale che, una volta trasformato
dalle numerose industrie sorte nell'ambito del bacino di origine del "S.
Marzano", veniva commercializzato sul territorio nazionale ed esportato
in numerosi paesi dell'Europa e delle Americhe fin dall'inizio del
novecento. Ancora venti anni fa la Campania produceva un quarto del
pomodoro da industria ora, invece, partecipa con appena il 5% al
comparto nazionale.
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IL POMODORO SAN MARZANO

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Modulo II
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