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La grotta di Nardantuono







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Nelle montagne circostanti il paese di Olevano sul Tusciano è stata scoperta una grotta antistante a quella di San Michele utilizzata come rifugio dal brigante Antonio Di Nardo da cui l’antro prende il nome "Grotta di Nardantuono". Il collegamento tra le due grotte è stata scoperto solo nel 1949; consiste in una bassa galleria ricavata artificialmente che consente il transito carponi ed a ritroso e richiede un minimo di equipaggiamento per la testa, per circa 12 metri di tragitto. Superato il tratto nella più completa oscurità, l'impervio condotto immette in un ambiente suggestivo e più ampio. Dopo i primi metri tra le concrezioni stalatto-stalagmitiche si nota un lievissimo chiarore e man mano la luce naturale, proveniente dalle tre aperture che si affacciano sulla valle, schiarisce le tenebre e mostra la grotta in tutta la sua bellezza e dimensione. Da un falso piano si può notare che il suolo è formato da un giacimento archeologico. La grotta così detta di Nardantuono presenta una morfologia diversa da quella più grande di San Michele; essa è lunga circa 130 metri e dal punto più basso fino alle tre aperture esiste un dislivello di circa 20 metri. Inoltre, dai tre balconi naturali che si trovano all'estremità più elevata della grotta si ha la vista dell'intera valle fino al mare e da questo posto è possibile rendersi conto della straordinaria posizione di questa piccola grotta, imprendibile baluardo del brigante Antonio Di Nardo.