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Progetto Icaro 2007 - Iti "G.Marconi", Nocera Inferiore, Salerno

 

Certificazioni di qualità

             
L'Italia è, tra i paesi comunitari, il più ricco in prodotti tipici, e per proteggere questa sua ricchezza e la loro qualità ha sempre promosso una legislazione di riferimento a livello comunitario.
Ha ottenuto così un riconoscimento giuridico ( certificazione ) a livello CE dei comparti caseario, delle carni trasformate, olivicolo ortofrutticolo e vinicolo.
La certificazione di qualità è un riconoscimento da parte di organismi terzi, che un certo prodotto è conforme ad una predeterminata disciplina di produzione e a determinati standard qualitativi.
Per anni le certificazioni di qualità hanno riguardato esclusivamente i vini (la DOC - Denominazione di Origine Controllata risale al 1963), ed erano riconosciute solo a livello nazionale. Con la nascita dell'unione europea la validità delle certificazioni dei prodotti vitivinicoli si è estesa a livello comunitario, e con il Regolamento CEE 2081/92 sono nate anche quelle per i prodotti agroalimentari.
Il marchio DOC è un riconoscimento di qualità attribuito a vini prodotti in zone limitate (di solito di piccole/medie dimensioni), recanti il loro nome geografico. Di norma il nome del vitigno segue quello della DOC e la disciplina di produzione è rigida. Tali vini sono ammessi al consumo solo dopo accurate analisi chimiche e sensoriali.
Il marchio DOP è un riconoscimento assegnato ai prodotti agricoli ed alimentari le cui fasi del processo produttivo, vengono realizzate in un’area geografica delimitata e il cui processo produttivo risulta essere conforme ad un disciplinare di produzione. Queste caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico, comprensivo dei fattori naturali ed umani.



Gli obiettivi delle certificazioni

L'obiettivo del Regolamento CEE 2081/92 era quello di tutelare produzioni tradizionali legate al territorio riservando loro l'uso esclusivo della denominazione nonché di un marchio attestante la loro origine.
Questo si è reso necessario per garantire i prodotti che hanno acquistano notorietà fuori dalla zona di origine e hanno trovato nel mercato europeo la concorrenza di prodotti che li imitano utilizzando lo stesso nome. Tale concorrenza sleale vanifica gli sforzi dei produttori per ottenere un prodotto speciale e contemporaneamente disorienta il consumatore che non ha mezzi per distinguere il prodotto autentico da quello imitato.
Nello specifico, la Comunità Europea si proponeva di raggiungere i seguenti obiettivi:

  •  favorire la diversificazione della produzione agricola per conseguire un migliore equilibrio tra offerta e domanda sul mercato;
  •  garantire condizioni di concorrenza uguali tra i produttori dei prodotti che beneficiano di siffatte diciture;
  •  promuovere i prodotti di qualità aventi determinate caratteristiche per garantire il miglioramento dei redditi degli agricoltori e favorire la permanenza della popolazione rurale, specie nelle zone disagiate;
  •  seguire le esigenze dei consumatori che tendono a privilegiare, nella loro alimentazione, la qualità anziché la quantità il che comporta una domanda sempre più consistente di prodotti agricoli o di prodotti alimentari aventi un'origine geografica determinata;
  •  data la diversità dei prodotti immessi sul mercato e il numero elevato di informazioni fornite al riguardo il consumatore deve disporre, per operare una scelta ottimale, di informazioni chiare e sintetiche che forniscano esattamente l'origine del prodotto;

Cosa garantiscono lo certificazioni di qualità

Uno degli obiettivi più importanti della nascita delle certificazioni di qualità è quello di garantire il consumatore che l'alimento che sta acquistando è stato prodotto secondo standard qualitativi di un certo tipo. Viene da chiedersi se questo obiettivo è stato raggiunto, e in che misura.
E’ importante conoscere le certificazioni per poter stabilire il giusto peso da dare ad esse nella scelta dei cibi che portiamo sulle nostre tavole.
Vediamo allora cosa ci garantiscono, in pratica, le diverse certificazioni in relazione al nostro concetto di qualità che prevede, lo ricordiamo, la sicurezza, le qualità organolettiche (il gusto) e le qualità nutrizionali.

Sicurezza
I prodotti certificati (con qualunque certificazione) devono rispettare gli stessi standard di tutti gli altri prodotti alimentari immessi sul mercato. Per quanto riguarda la sicurezza, quindi, le certificazioni di qualità non ci garantiscono nulla in più rispetto agli altri prodotti, a patto che i prodotti rispettino le leggi, ovvero in assenza di frodi alimentari. Dato che le frodi alimentari ci sono e non sono neppure un fenomeno circoscritto, i prodotti certificati ci tutelano maggiormente dal punto di vista della sicurezza. Innanzitutto sui prodotti certificati ci sono più controlli, da parte delle autorità e da parte dei consorzi di tutela. La garanzia riguardo la provenienza dei prodotti (soprattutto di quelli DOP), poi, diminuisce il rischio di frodi soprattutto per quanto riguarda alcuni prodotti sensibili, primo fra tutti l'olio extravergine di oliva. In definitiva possiamo concludere che acquistare prodotti certificati aumenta la sicurezza, soprattutto di alcuni prodotti.
In una situazione di scelta ampia e diversificata, dove può essere facile incappare in trabocchetti fatti da produttori disonesti, può essere buona norma scegliere prodotti certificati per avere una garanzia in più.

Qualità nutrizionali
Sebbene parlare di alimentazione e salute sia di gran moda e spesso si vede il giornalista di turno che parla delle qualità nutritive dei prodotti alimentari di qualità, in realtà i disciplinari di produzione non considerano gli aspetti nutrizionali del prodotto. Questi possono però essere aumentati da una produzione di qualità (spesso i metodi di produzione di qualità incrementano alcune caratteristiche nutrizionali), ma non possiamo di certo dire che un prodotto certificato sia, in assoluto, nutrizionalmente migliore di un altro che non lo è.

Qualità organolettiche
In generale possiamo dire che la maggior parte dei prodotti certificati hanno qualità organolettiche superiori alla media poiché il cosiddetto "forte legame con il territorio" significa che quel prodotto ha trovato in quella particolare zona le caratteristiche climatiche e culturali ideali per svilupparsi e di conseguenza è naturale che sia migliore della maggior parte dei prodotti analoghi provenienti da altre zone. Inoltre il disciplinare di produzione più o meno rigido, e i controlli maggiori ci garantiscono un prodotto più "standardizzato" (se è buono lo è sempre!), un vantaggio che di solito ci può garantire solo l'industria alimentare.
Bisogna però fare attenzione a non estremizzare questo concetto, perché esistono centinaia di prodotti meritevoli di certificazione ma non certificati.
In Italia abbiamo una ricchezza di prodotti infinita, che forma la "cultura alimentare" che tutto il mondo ci invidia. Ogni comune o quasi ha i propri prodotti tipici della tradizione contadina, molti dei quali avrebbero diritto a una certificazione di qualità. Ma ottenerla non è semplice, ci vogliono risorse, capacità organizzativa, e una estensione sufficientemente grande della zona di produzione. Pochi prodotti hanno queste caratteristiche, ma questo non significa che gli altri non siano ugualmente meritevoli. Proprio per questo nascono associazioni private come Slow Food che rilasciano anch’esse delle certificazioni ma che non sono riconosciute dallo stato.

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