OGM IN CAMPANIA
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L’orientamento prevalente dei consumatori campani è quello di preferire alimenti esenti da Ogm, che siano preferibilmente espressione della tipicità “made in Italy”, meglio ancora se biologici o integrati.
La contrarietà all’impiego degli Ogm nelle filiere agroalimentari, più che da princìpi integralisti, discende, infatti, da ragionamenti di tipo economico, che regioni come la Campania, per conformità territoriale e tessuto strutturale aziendale presente, non potrebbero mai competere con realtà territoriali e produttive più adatte, per diversi motivi, all’impiego di piante ogm. |
Inoltre, il sistema produttivo e strutturale della Campania impedisce anche una possibile convivenza, tra coltivazioni ogm e coltivazioni tradizionali o biologiche, tale da evitare eventuali ed indesiderate contaminazioni.
L’adesione della Regione Campania all’iniziativa della coalizione “Liberi da Ogm” è un segno tangibile di una volontà e di un convincimento di chi deve operare scelte chiare e nette nella direzione che viene indicata dai consumatori e dagli stessi operatori agricoli locali.
La ricerca scientifica finalizzata alla valorizzazione delle risorse genetiche del posto, ma allo stesso tempo non va esclusa quella che valuti i rischi connessi alla coesistenza dei sistemi di coltivazione tradizionali e quelli con Ogm.
Partendo da tali presupposti, l’Assessorato ha già elaborato un disegno di legge, attualmente all’esame del Consiglio Regionale, sulla tutela della biodiversità in agricoltura. |
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La L.R. 15/2001 della Campania contiene le norme in materia di consumo di prodotti geneticamente modificati nelle mense scolastiche, negli ospedali e nei luoghi di cura |