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Viene chiamato
così per la sua vicinanza con l’attuale chiesa
di S. Maria delle Grazie, un tempo detta chiesa del Corpo
di Cristo e S. Nicola, cappella privata dell’antica
Congrega di S. Nicola e del Corpo di Cristo.
E’ probabile che la struttura originaria risalga ad
epoca precedente, ma l’elegante
aspetto attuale è del 1700, quando questo ramo dei
Ferrajoli raggiunse nel paese l’apice
della potenza economica e sociale.
La facciata di questo palazzo è senz’altro la
più bella e più elegante tra le facciate degli
antichi palazzi di S. Egidio.
Su uno dei balconi, quello sul portale di ingresso, di bella
fattura, si può ammirare lo stemma di famiglia.
Nel giardino retrostante, invece, vi è un patio in
muratura, coevo dell’edificio, pregevole per la fattura
e per gli stucchi, che non ha eguali nella zona.
Il Prof. Corrado Beguinot, docente di urbanistica dell’Università
di Napoli, in un libro sull’architettura dell’interland
napoletano, definì questo palazzo “esempio di
edilizia colta del ‘700”.
La famiglia che lo abitò ha dato al nostro paese, sindaci,
notai, medici e vari professionisti e due Sindaci Universali
alla città di Nocera.
Fin dal 1553, si ha notizia del diritto di patronato della
famiglia sull’Altare dei Santi
Cosma e Damiano nell’abazia, adornato nel 1771 con una
quadro di Aniello
De Tommaso della scuola del Solimena.
Ai piedi di quest’altare vi è ancora una lapide
marmorea, attraverso la quale si accedeva alla tomba di famiglia.
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