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Giuseppe Garibaldi: il mito e l’antimito

È fin troppo noto che la figura di Giuseppe Garibaldi abbia avuto un seguito non indifferente e che in tutte le parti del mondo sia stata un valido punto di riferimento nelle lotte di liberazione nazionale. Infatti egli fu oggetto di numerosi elogi, come: <<l’uomo che ha tenuto alta la bandiera della rivoluzione italiana in faccia ai battaglioni francesi, napoletani ed austriaci>>. In questa impresa Garibaldi ha dimostrato di essere un grande generale, prova palese delle sue doti di trascinatore fu sicuramente il grande numero di giornalisti, scrittori, artisti e fotografi, che seguirono da vicino la spedizione dei Mille, dandole un’ eco internazionale. Il fascino del generale, però, colpiva di più la povera gente. Dimostrazione della sua grande fama nei ceti più bassi della società, ci viene data dalla documentazione dell’epoca della provincia di Salerno, in cui possiamo notare che la sua notorietà raggiunse anche i più piccoli centri abitati; dove, intanto, spuntavano cartelli a lui inneggianti, recanti la scritta: <<Viva Vittorio Emanuele, Viva Garibaldi, Viva la Sicilia>>. Quando l’eroe sbarcò “nel continente”, il suo culto dilagò ancora di più: nei posti in cui passò furono apposte lapidi commemorative, conservate tutt’oggi. Bisogna dire,però, che né Mazzini, che ha dedicato la sua esistenza all’ideale dell’Italia libera ed una, né Pisacane, che ha donato la sua vita per liberare il Mezzogiorno dai Borboni, sono riusciti a rimanere nell’animo della comunità come lo è stato per “l’Eroe dei due Mondi”: basta pensare al grande numero di strade a lui intitolate e alle centinaia di monumenti eretti in suo onore. Ovunque, dopo l’Unità di Italia, venivano comprati ritratti non solo del Sovrano, ma anche di Garibaldi, gesto volutamente interpretato come la gratitudine degli Italiani verso colui che aveva compiuto grandi imprese per la Patria. Garibaldi aveva un modo tutto suo di rivolgersi alla piazza: grazie alla sua dialettica riusciva ad entusiasmare la folla. Infatti, se noi leggiamo i suoi scritti, possiamo individuare come essi fossero mirati a scatenare forti entusiasmi nei lettori molto più di quanto accade negli scritti del Mazzini, tutti incentrati sulla moralità e sull’etica della Nazione unita o nei componimenti di Pisacane in cui si esprimono, soprattutto, il senso e la strategia per il raggiungimento dell’Unità attraverso la rivoluzione.

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