Tecniche

Acronimi ed Acrostici

L'utilizzo di acronimi ed acrostici è una delle mnemotecniche più comuni, ma anche una di quelle meno flessibili ed adattabili. L'acronimo è utilizzato comunemente da varie agenzie, enti o industrie. Ad esempio la parola R A M = Random Access Memory.


L'acrostico è utilizzato spesso a fini educativi per ricordare una sequenza di cose. Venendo alla pratica un acrostico è un componimento poetico, una frase o una filastrocca in cui le lettere o le sillabe o le parole iniziali di ciascun verso (o anche delle singole parole) formano un nome o una frase, a loro volta denominati acronimo. Quindi acronimi ed acrostici sono due facce della stessa medaglia. La tecnica non è certo flessibile e rapida come quelle che sfruttano la memoria visiva, ma in alcuni casi può essere molto utile.


Schedario Alfanumerico

È una complessa elaborazione della conversione fonetica, fu creata per ricordare elenchi di informazioni strutturate a capitoli o sezioni fino a memorizzare le formule scientifiche e, anche per prendere appunti liberi, un sorta di mini Freenoting. Consiste di fatto nel trasformare il concetto che si vuole memorizzare in una immagine, o una sequenza, o una struttura più complessa, e associarla ad una seconda che le dia un ordinamento. Se ad esempio volessimo memorizzare con un metodo delle costanti matematiche potremmo procedere come segue:

  1. Trasformare i numeri delle costanti in parole (meglio se concrete). Ad esempio il pi-greco (3,1415) potrebbe essere tradotto come “amo”+”trottola”.
  2. Inserire ogni “immagine” in uno schedario mentale. Così alla posizione numero 1 (“tè”) ci sarà associato un "amo"+"trottola".
  3. Costruire nella propria mente il collegamento:Mentre bevo il tè ci trovo dentro un amo seguendo il cui filo trovo una trottola.


Per rendere la tecnica efficace è fondamentale che il collegamento mentale sia creato seguendo tre criteri che si possono riassumere nell’ acrostico

P A V = Paradosso Azione Vivido.

Quindi dovremo immaginare una sequenza in movimento(azione) in cui succedono cose paradossali (paradosso) e che siano per noi vivide (vivido). L’esempio precedente allora potrebbe essere meglio associato come segue:

  1. Mentre bevo il tè (caldo, dolce, fruttato), sento un forte dolore al labbro che inizia a sanguinare e mi accorgo che ho un amo incastratoci dentro (fa male, sangue nel tè). Sento l’amo che tira, infatti è legato a un filo, e per liberarmi seguo il filo e, in fondo, trovo una trottola (vorticante, colorata, enorme, che salta e mi colpisce).

Un’immagine così costruita e molto più facilmente ricordabile proprio perché ci colpisce. È possibile memorizzare qualsiasi cosa, non solo le traduzioni fonetiche dei numeri, a patto di trovare prima una immagine che rappresenti ciò che ci interessa. Con le parole più complesse si ricorre alla suddivisione: “filosofia” diventa ad esempio “filo” (un amico detto Filo o l’oggetto) e “Sofia” (una amica o anche la città). Per la memorizzazione di frasi più ampie ricorrete all’utilizzo di parole chiave dato che non serve a niente memorizzare tutto! Fra l’altro l’esercizio stesso della costruzione del collegamento è molto più efficace di qualsiasi altra memorizzazione auditiva.

Tecnica dei Loci

Dal latino loci,luoghi. Si posizionano le nozioni da ricordare collegandole mentalmente (in modo bizzarro) ad oggetti di un luogo familiare.
Per applicare correttamente questa tecnica è opportuno richiamare alla mente dei luoghi che conosciamo molto bene,come potrebbe essere la nostra abitazione, una via che percorriamo tutti i giorni o un qualsiasi altro posto che,non solo ci sia familiare ma di cui ricordiamo anche i minimi particolari.
I luoghi che scegliamo per impiegare questo tipo di tecnica devono avere, possibilmente, molti vani, così da poter collocare in ciascuno una parte del discorso o dell'informazione che vogliamo ricordare. L'immaginazione in questa tecnica è importante poiché dovremo richiamare alla mente la via che abbiamo scelto o la casa di cui vogliamo servirci. Stabilito il luogo, occorre ora individuare nel testo che vogliamo ricordare le parole chiave. Fatta questa operazione, immaginiamo di posizionarci nella prima tappa del nostro tragitto, la prima parola chiave che abbiamo individuato;se invece avessimo scelto di utilizzare le stanze di una casa per memorizzare il discorso, dovremo suddividere ciascuna stanza in 4 porzioni, corrispondenti a ciascun angolo, in cui andremo a collocare, virtualmente, la parola chiave. Per rendere più vivido il ricordo, è buona norma far interagire la parola chiave con gli oggetti che sono collocati nella stanza:così, se devo ricordare la parola "procedura interistituzionale", e la colloco virtualmente nel primo angolo della mia camera in cui si trova la scrivania con il mio pc,posso immaginare di trovare questa parola scritta in carattere Tahoma, grassetto, con colore viola, sullo schermo del mio computer.

Ripetiamo quindi tutte queste operazioni, con tutte le parole chiave che abbiamo individuato nel discorso, spostandoci, da una stanza all'altra nella casa o da un punto ad un altro della via che abbiamo deciso di percorrere, quando il discorso passa alla trattazione di un argomento differente.