Dopo la disfatta di Mentana e il successivo arresto del generale, però, ogni speranza andò completamente perduta e tutti questi avvenimenti fecero perdere ulteriormente credibilità nella Monarchia, rea di piegarsi senza opporsi ai voleri della Francia. Ritornavano quindi a farsi sentire quegli ideali repubblicani, ai quali si collegava spesso il nome di Garibaldi… ad esempio, la sera del 2 luglio 1869, a Siano, si sentirono due giovani gridare: <<Viva la Repubblica- Viva Garibaldi e Mazzini, abbasso il Governo>>. Tutto questo dovuto al fatto che Roma non era ancora la capitale d’Italia e ciò costituiva un’enorme ferita per chi aveva messo in gioco la sua vita per raggiungere questo scopo. Lo stesso Garibaldi, nei suoi ultimi anni di vita, tirò le somme del processo rivoluzionario, esprimendo un giudizio negativo, criticando soprattutto l’operato della Monarchia. Quindi si può comprendere benissimo perché alla sua morte le cerimonie commemorative in suo onore destassero preoccupazione all’allora Ministro dell’Interno DePretis, che in un telegramma alle varie Prefetture, ordinava che non venissero esposte nelle manifestazione pubbliche bandiere con iscrizioni sovversive, né emblemi contrari alle istituzioni dello Stato, né tanto meno stendardi di Trieste, Trento e delle altre terre auspicate dagli irredentisti, fu anche vietato pronunciare discorsi che istigassero all’odio nei confronti della Monarchia e dell’ordine costituito. L’immagine di Garibaldi come simbolo della libertà sarebbe durato nel tempo: infatti nel 1923 venne fondata in Francia <<L’Unione dei Garibaldini>>, associazione avente lo scopo di riunire tutti i Garibaldini che esistevano nel mondo e di far nascere una vasta organizzazione di massa con l’obiettivo di eliminare la Monarchia a favore della Repubblica. Anche il fascismo, dal canto suo, fece sua la figura dell’Eroe dei Due Mondi. Tutto questo motivato dal nipote di Garibaldi, Ezio, convinto interventista nel primo conflitto mondiale che, in seguito, appoggiò il fascismo, movimento in cui vedeva la continuità dei valori Garibaldini. |
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