Per brigantaggio si suole definire una forma di banditismo caratterizzata da azioni
violente ma che ha avuto, in altre circostanze, risvolti insurrezionalisti a sfondo
politico e sociale. 
Con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel
Mezzogiorno fra la fine del XVIII secolo e il primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d'Italia.

Il brigantaggio, sin dalla sua genesi, aveva come causa di fondo la miseria.
Tra i primi a capirlo ci fu Francesco Saverio Sipari secondo il quale:

«Il brigantaggio non è che miseria, è miseria estrema, disperata.».

Con la nascita del Regno d'Italia, nel 1861 iniziarono a sorgere insurrezioni popolari contro il nuovo governo, che interessarono le ex province del Regno delle Due Sicilie. Le condizioni economiche peggiorate, l'incomprensione della nuova classe dirigente, l'aumento delle tasse e dei prezzi dei beni di prima necessità, l'aggravarsi della questione demaniale dovuta all'opportunismo dei ricchi proprietari terrieri furono le cause principali del brigantaggio post-unitario . Il brigantaggio postunitario fu, secondo alcuni, una delle prime guerre civili dell'Italia contemporanea e fu soffocato con metodi brutali, tanto da scatenare polemiche persino da parte di esponenti liberali e politici di alcuni stati europei.

I briganti del periodo erano principalmente persone di umile estrazione sociale ed ex soldati dell'esercito delle Due Sicilie, la loro rivolta fu incoraggiata e sostenuta dal governo borbonico in esilio, dal clero e da movimenti esteri come i carlisti spagnoli. Numerosi furono i briganti del periodo che passarono alla storia. Carmine "Donatello" Crocco, originario di Rionero in Vulture (Basilicata), fu uno dei più famosi briganti di quel periodo. Egli riuscì a radunare sotto il suo comando circa duemila uomini, compiendo scorribande tra Basilicata, Campania, Molise e Puglia, affiancato da luogotenenti come Ninco Nanco e Giuseppe Caruso.

Per acquietare la ribellione meridionale, furono necessari massicci rinforzi militari e promulgazioni di norme speciali (come la legge Pica), dando origine uno scontro che porterà migliaia di morti. La repressione del brigantaggio postunitario fu molto cruenta e fu condotta da militari come Enrico Cialdini, Alfonso La Marmora, Pietro Fumel, Raffaele Cadorna e Ferdinando Pinelli, che destarono polemiche per i metodi impiegati.