Parlando di una donna indomita e rivoluzionaria, Anita Garibaldi, che segnò il destino del suo amato marito e quello dell’Italia.
Ana Maria Ribeiro Da Silva meglio conosciuta come Anita Garibaldi, è nata in Brasile nei pressi di Laguna nel 1821. Si sposa in giovane età con un calzolaio Manuel Duarte de Aguiar. Già dalla giovane età si dimostra di temperamento focoso se è vero ciò che si racconta che abbia spento sulla faccia un sigaro a un carrettiere che aveva fatto apprezzamenti un po’ troppo espliciti alla futura eroina dei due mondi, dopo averglielo sfilato di bocca. A diciotto anni si unisce alla lotta rivoluzionaria e fugge con Garibaldi lasciando, presumibilmente, solo il marito da cui non aveva avuto figli. Durante la guerra in Brasile sfugge più volte alle armate imperiali brasiliane. In uno di questi frangenti, dopo la battaglia di Curitibanos, Anita viene fatta prigioniera ma fugge in modo rocambolesco dopo aver chiesto di ritrovare il cadavere del marito sul campo di battaglia. Alla prima distrazione dei soldati che la scortano, ruba loro un cavallo e si ricongiunge a Garibaldi.Partecipa attivamente alle battaglie e viene chiamata a difendere spesso la polveriera. In un’altra fuga famosa, dopo aver dato alla luce Menotti, Anita fugge col bimbo al seno e rimane nascosta nella foresta per quattro giorni quando Garibaldi la ritrova. Nel 1841 Anita e Garibaldi riparano a Montevideo in Uruguay essendo divenuta, la situazione brasiliana, insostenibile. In quell’occasione i due si uniscono in matrimonio e poco dopo nascono Rosita, Teresita e Riciotti. nel 1848 alle notizie dei moti risorgimentali in Europa Anita si reca con i figli in Francia. Pochi mesi più tardi la raggiungerà anche il suo sposo Giuseppe. Da allora i due parteciperanno attivamente ai movimenti di liberazione in Italia ed Europa.  Nel 1849 Anita combatterà per l’instaurazione della brevissima Repubblica Romana. Negli anni successivi assieme ai garibaldini farà parte della “Trafila”, la lenta fuga dei patrioti per fuggire alle grinfie della polizia papalina e dei soldati austriaci. Durante la marcia forzata attraverso l’Italia, a fianco di Garibaldi e del Capitano Leggero, rimane incinta. Al quinto mese di gravidanza, dopo la lunga marcia per tutto il territorio italiano, le condizioni di Anita, che ha solo ventotto anni, peggiorano. Sviene improvvisamente quando si trova col marito e il capitano Leggero nelle valli di Comacchio braccati dagli austriaci. Riescono a giungere alla fattoria del patriota Guicciolini dalle parti di Ravenna. Tuttavia Anita è già morta quando giunge il medico. Si conclude così la vita di una delle più energiche patriote che la storia dell’Italia unita ricordi. Un vero simbolo di forza. Una donna che, nonostante gli svantaggi e la giovane età, seppe dare un fondamentale contributo alla battaglia per l’unità senza nascondere la sua femminilità e combattendo con coraggio a fianco degli uomini.

Giuseppe ed Anita si erano conosciuti a Laguna nel 1839, l'aveva inquadrata con il cannocchiale quando si trovava a bordo dell' Itaparica, appena raggiunta le disse in italiano «tu devi essere mia» Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva (questo il nome completo) si era sposata il 30 agosto 1835 con il calzolaio Manuel Duarte de Aguiar, molto più anziano di lei, arruolatosi fra gli imperiali era fuggito da Laguna tempo prima, la moglie non lo seguì. Nata nel 1821 a Merinhos aveva 18 anni al momento dell'incontro con Garibaldi.
Sposò il 26 marzo 1842, presso la chiesa di San Francisco d'Assisi con rito religioso, Ana Maria de Jesus Ribeiro, passata alla storia - e quasi alla leggenda - del Risorgimento italiano con il vezzeggiativo di "Anita". È spesso raccontato il fatto che Anita, abile cavallerizza, insegnò a cavalcare al marinaio italiano, fino ad allora del tutto inesperto di equitazione. Giuseppe a sua volta la istruì, per volontà o per necessità, ai rudimenti della vita militare.
Cercò di far allontanare Anita e i figli, verso Nizza da sua madre, ma il giugno 1846 ottenne un parere contrario del ministero degli esteri di Carlo Alberto, Solaro della Margarita. I legionari progettano di tornare in patria, e grazie alla raccolta organizzata fra gli altri da Stefano Antonini, Anita, con i tre figli, e altri familiari dei legionari partirono nel gennaio del 1848 su di una nave diretta a Nizza, dove furono affidati per qualche tempo alle cure della famiglia di lui.